Tale anniversario, insieme alla concomitanza che, proprio nel 2018, il nostro Paese avrà la responsabilità di presiedere l’IHRA –l’International Holocaust Remembrance Alliance3 –, offrirà certamente molte occasioni, anche a livello istituzionale, per interrogarsi sull’impatto che quelle leggi ebbero non solo sulla popolazione ebraica, che con l’Unità d’Italia e l’apertura degli ultimi ghetti aveva considerato ormai definitivamente acquisito il suo processo di “emancipazione”, ma sull’intera società italiana.
Per chi opera nella scuola, però, l’amara ricorrenza non solo rappresenta un motivo in più per significativi approfondimenti storico-culturali –che non potranno mancare –, ma è, fin da ora, un’ulteriore occasione per riflettere sulla valenza formativa dello studio di quegli anni tragici e per considerare se l’attenzione e lo spazio che solitamente sono dedicati ad un tema così complesso risultino rispondenti ed adeguati. L’anniversario porta a chiedersi che cosa significhi studiare e insegnare la Shoah oggi, perché, in una realtà mondiale sconvolta ancora da tanti mali e troppi conflitti, da atrocità di massa, atti di terrorismo, pericolose e dolorose migrazioni, sia necessario dedicare tempo e spazio ad un evento accaduto quasiottant’anni fa. Interrogarsi sul “perché” insegnare la Shoah, individuarne le molteplici motivazioni è il primo passo per ragionare su “cosa” insegnare e “come” farlo, per scegliere da quale prospettiva muoversi per affrontarne la complessità, per selezionare, nella bibliografia a disposizione, testi di riferimento e approcci metodologici adeguati nello sviluppo dell’attività didattica, che è sempre, nel contatto con gli studenti, una vera e propria continua “ricerca-azione”.
“Perché”, “cosa”, “come” insegnare: sono questi gli interrogativi che si pongono generalmente i docenti; sono questele questioni più rilevanti affrontatein studi, ricerche e pubblicazioni, anche a livello internazionale, nell’ambito della didattica della Shoah. Le risposte sono molteplici e in continuo divenire4.
Nella prospettiva di un ulteriore approfondimento di queste tematiche si collocano le riflessioni che oggi proponiamo. Senza alcuna pretesa di esaustività, assumono la forma delle “Linee Guida”, l’ormai consueto canale di comunicazione, che, in altre occasioni e per altri argomenti, si è rivelato utile per focalizzare importanti esigenze educative.
Queste “Linee Guida”, pertanto, intendono proporre considerazioni e fornire informazioni e suggerimenti operativi per trattare un argomento che si è rivelato centrale per comprendere il nostro recente passato e il tempo in cui viviamo, ed è risultato estremamente significativo per favorire l’educazione al rispetto, alla convivenza civile e alla cittadinanza attiva.