I Greci, con la loro inclinazione verso la geometria, contribuirono alla teoria delle equazioni di secondo grado in modo indiretto. Euclide, nei suoi “Elementi”, non trattò le equazioni di secondo grado così come le trattiamo oggi, ma utilizzò dei metodi geometrici che consentivano di pervenire alla soluzione di queste equazioni.
Il vero cambiamento di paradigma si ebbe con i matematici arabi durante il Medioevo. Al-Khwarizmi, nel suo trattato “Al-Kitab al-Mukhtasar fi Hisab al-Jabr wal-Muqabala“, fornì una trattazione sistematica delle equazioni di secondo grado, introducendo metodi algebrici per la loro soluzione. La sua opera segnò la nascita dell’algebra come branca indipendente della matematica e rese le equazioni di secondo grado un argomento di studio formale.
Durante il Rinascimento, matematici europei come Tartaglia, Cardano e Ferrari andarono oltre lo studio delle equazioni di secondo grado, cercando di pervenire alle soluzioni di equazioni polinomiali di grado superiore.